Un galateo per stare su LinkedIn e contribuire a dare vita a un’ecologia delle relazioni digitali

Marzo 23, 2022

News

Lavorare all’epoca del digitale significa essere consapevoli dell’esistenza di un’immagine pubblica e professionale che non si costruisce solo con la propria presenza nel mondo reale, ma anche con quella nel mondo di internet. I social sono da sempre una piazza di incontro e confronto, un posto in cui si costruiscono relazioni interpersonali e professionali: in particolare LinkedIn non è solo una piattaforma di scambio e incontro, ma un catalizzatore di nuove opportunità lavorative o di occasioni di collaborazioni.

Più di un buon curriculum vitae, più di una buona lettera di referenze, il profilo di LinkedIn è per chi lavora un biglietto da visita che ha la possibilità di venire editato, cambiato, accresciuto attraverso il racconto della propria esperienza lavorativa e il confronto con le esperienze lavorative altrui.

Come ogni luogo pubblico, anche LinkedIn segue una sua grammatica interna, una sorta di galateo composto da una serie di buone pratiche da avere presente per stare su questo social e sfruttarne a pieno le potenzialità. Non è solo un discorso di personal branding, è anche un’esigenza che nasce proprio dal confine sempre più sottile che sperimentiamo tra virtuale e reale, quella di contribuire a quella che potremmo definire un’ecologia delle relazioni digitali: un’attenzione alle relazioni che si intrecciano tra gli esseri umani in un ambiente virtuale che ha però una forte ripercussione su quello fisico e reale, una correttezza e una congruenza di comportamenti che ci permettano di abitare in modo consapevole internet, pensando a questo luogo come a un’ennesima “stanza” dove passiamo le nostre giornate, dove lavoriamo, dove diciamo chi siamo, ciò in cui crediamo e le nostre ambizioni.

LinkedIn è un luogo di lavoro
Ogni social è un mondo ben preciso, e richiede regole di comportamento a sé. Così come la nostra postura cambia a seconda che ci troviamo in un ristorante per un pranzo di lavoro o in pizzeria a una cena di amici. Ecco, se Facebook o Instagram sono più assimilabili alla pizzeria, LinkedIn è senza dubbio la pausa pranzo di lavoro: una piattaforma professionale, in cui comportarci in modo professionale.

Il tono di voce: come non urlare e non essere fuori luogo
Se LinkedIn è un luogo di lavoro, ciò comporta che i nostri collegamenti non sono amici, ma colleghi. Ed è quindi importante rivolgersi loro come ci si rivolgerebbe a dei colleghi: non urlare, non eccedere, non esporre la propria vita privata, non esagerare.

Le presentazioni: farle bene
Quando stabiliamo un collegamento su LinkedIn non dobbiamo essere né misteriosi né intriganti: non si tratta appunto di trovare amici, ma di espandere la nostra rete professionale. È buona educazione perciò presentarsi, scrivendo anche solo due righe per motivare la richiesta di collegamento.

La cura della propria immagine
Il profilo LinkedIn di un professionista è il suo CV, il suo biglietto da visita: e come tale deve essere pulito, efficace, in grado di comunicare già da subito le caratteristiche principali, i punti di forza e gli interessi dell’utente. Questo vuol dire: evitare descrizioni enigmatiche, evidenziare in modo sintetico interessi e competenze, e utilizzare con intelligenza le parole chiave utili per i motori di ricerca.

Condividere: saper comunicare e saper ascoltare
Se i social sono un luogo di incontro, allora è importante comportarsi in modo coerente a favorire questo incontro. Non ha senso avere un profilo LinkedIn per restare a guardare ciò che succede, senza mai prenderne parte: la regola principale di utilizzo di questa piattaforma è l’interazione, la partecipazione. Per partecipare sono necessarie sia una buona propensione alla comunicazione che delle ottime doti d’ascolto: proprio come durante una conversazione.

Comunicare sì: ma cosa?
Non bisogna farsi prendere dall’ansia di comunicare per comunicare, ma avere ben chiaro cosa ha senso comunicare agli altri utenti. LinkedIn è il luogo adatto per condividere il proprio know-how, raccontare delle esperienze personali e professionali che possano dare degli insegnamenti. Condividere per creare connessioni davvero vive e profittevoli: questo è un ottimo atteggiamento per curare quell’ecologia delle relazioni digitali di cui si parlava in precedenza e che si concretizza in una serie di buone pratiche con cui essere presenti sul web in modo rispettoso, trasparente e adeguato, trasformando la sfera delle relazioni virtuali in uno spazio di reale benessere e incontro.

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