Sviluppare competenze per affrontare tempi incerti
Intervista ad Alessandro Innocenti, responsabile della Formazione Corporate di Treccani Accademia
“Se vi chiedessero qual è il miglior investimento, cosa rispondereste?”, si chiedeva qualche anno fa Piero Angela. “Personalmente penso che la risposta giusta sia: probabilmente l’educazione”. Ma la formazione non si ferma alla scuola, soprattutto in un mondo che cambia ed evolve molto rapidamente, dove aggiornarsi diventa l’attività più preziosa per crescere e consolidarsi, non solo dal punto di vista individuale, ma anche da quello aziendale. Per questo esiste la Formazione Corporate di Treccani Accademia, che costruisce un percorso su misura, on demand. Alessandro Innocenti, il responsabile della Formazione Corporate, racconta cosa vuol dire essere competitivi oggi.
Perché oggi più che mai è importante puntare sulla formazione?
Chi si occupa di formazione e sviluppo organizzativo è consapevole dell’importanza strategica della formazione, ma è altrettanto consapevole dell’esistenza di una specie di doppia morale. La formazione come investimento è ormai un’idea consolidata da tempo in letteratura e nei convegni, ma non sempre si traduce nella pratica di tutte le organizzazioni.
Non è semplice, nei contesti aziendali e soprattutto nel tessuto produttivo medio-piccolo, fare proprio il messaggio di Piero Angela citato in apertura e considerare la formazione come un investimento e non come un costo. Lo scenario attuale, però, ha prepotentemente riportato l’attenzione sulla formazione. In tempi difficili e incerti le persone e le organizzazioni hanno bisogno di acquisire nuove competenze e di farlo in fretta. Di conseguenza il fattore umano, più che l’adozione di nuove tecnologie che può essere relativamente veloce, è diventato il vero punto cruciale.
Progetti di upskilling e reskilling hanno indirizzato l’esigenza di far comprendere nuovi metodi analitici, nuove tecnologie e nuovi strumenti. Parallelamente le organizzazioni hanno acquisito la consapevolezza della necessità di affiancare un altro tipo di competenze, una mentalità di crescita per apprendere continuamente e intenzionalmente, la capacità di innovare e di collaborare internamente ed esternamente con un focus sull’agilità e sulla resilienza, indispensabili per evolvere insieme agli stravolgimenti e alle difficoltà che inevitabilmente incontreremo anche nel futuro prossimo.
La Formazione Corporate di Treccani Accademia collabora con i propri clienti proprio con l’obiettivo di sviluppare le competenze chiave dell’ambito comportamentale manageriale che alcune persone preferiscono non indicare più come softskill ma con il termine powerskill, per la loro rilevanza e il loro impatto sull’implementazione delle strategie aziendali.
Come si costruisce un percorso ad hoc per un’azienda?
Affrontiamo la sfida dello sviluppo di queste competenze chiave da una prospettiva incentrata sull’impatto sui comportamenti, sulle prestazioni e anche sulla cultura organizzativa: il presupposto è che i soli metodi tradizionali, come la formazione in aula o i moduli e-learning, non costituiscono più l’unica soluzione predefinita. Al contrario è necessario enfatizzare approcci combinati, sia nelle modalità che nelle metodologie, in grado di incidere effettivamente sulla pratica lavorativa e in tempi brevi.
Costruire un percorso ad hoc per un’azienda significa quindi progettare sulla base delle specificità del contesto organizzativo, della tipologia di partecipanti, delle esigenze e degli obiettivi. Per offrire esperienze di apprendimento sempre più vicine e trasferibili alla pratica lavorativa si selezionano e si integrano modalità in presenza e online sincrone/asincrone, si ricorre alle metodologie più appropriate tra quelle di tipo esperienziale, laboratoriale, action learning e collaborativo, al coaching e all’apprenticeship/mentoring.
Quali sono alcune modalità che hanno funzionato con alcune aziende di alto profilo che avete seguito, come Banca d’Italia, Bauli, Enel, Menarini, OVS?
Penso e spero che i nostri clienti abbiano apprezzato la continua ricerca di modelli innovativi, l’aggiornamento ai recenti risultati delle ricerche in campo psicologico, filosofico, antropologico e neuroscientifico, ma soprattutto un approccio che intende lavorare con e per le persone affinché siano in grado di affrontare l’incertezza e siano loro gli artefici del cambiamento richiesto dalla strategia aziendale. Questo è possibile soltanto superando quell’approccio semplicistico basato su slogan e imperativi comportamentali che non tiene conto della complessità delle persone, del loro sentire e del loro pensare.