Come costruire esperienze di viaggio significative?

Aprile 6, 2023

Interviste

“Il mondo è un parco giochi”, dice Giulia Premi, creator ed esperta di viaggi che organizza tour low-cost in Giappone, ma non solo. Il viaggio è scoperta, ma anche divertimento. Ma come facciamo a sapere cosa fa divertire gli altri? Esistono tanti strumenti per creare dei tour su misura, o dei viaggi che possano andare incontro agli interessi altrui, come il marketing esperienziale o il destination branding. Tutti strumenti che vengono ampiamente esplorati nel Master Turismo: experience design & destination management di Treccani Accademia. Il Master nasce proprio per formare figure professionali che possano operare con successo nel nuovo mercato, in grande espansione, del turismo esperienziale. Ne abbiamo parlato con Giulia. 

Quando hai capito che nel tuo lavoro volevi avere a che fare con i viaggi? 

Giulia Premi

Ho viaggiato per anni senza mai immaginarlo come un impiego, soltanto per il piacere di conoscere il mondo. Le mie prospettive sono cambiate lentamente nel tempo mentre raccoglievo abbastanza esperienza e conoscenze tecniche e pratiche per iniziare a raccontare, sulla mia pagina Instagram, storie che potessero essere di valore per gli altri. Le restrizioni del lockdown del 2020 mi hanno infine spinta a capire che volevo dedicare il mio tempo a viaggiare e a insegnare a viaggiare come lo faccio io. Ci sono varie modalità per trasformare queste necessità in un lavoro; io ho scelto di accompagnare i miei clienti in via digitale come content creator e dal vivo come coordinatrice di gruppo per un tour operator italiano.

Il Giappone è diventata una meta molto ambita negli ultimi anni, secondo te perché?

Diversi sono i motivi per cui la popolarità del Giappone come meta turistica sta crescendo sempre più, a partire dal fascino che irrimediabilmente provoca un luogo tanto lontano da noi, quanto diverso nel modo di vivere. Culture e usanze, che immaginiamo agli antipodi rispetto alle nostre, accendono sempre la scintilla della curiosità e la voglia di scoprire ed esplorare mondi che per noi sono nuovi. Allora perché non si può parlare allo stesso modo di altri paesi che hanno le medesime caratteristiche di lontananza e diversità, come ad esempio la Cina o le Filippine? Un fattore importantissimo che contraddistingue il Giappone riguarda la nostra fruizione della cultura pop nipponica. Gli anime, i film, i manga e i videogiochi giapponesi accompagnano sempre più generazioni in Italia e lasciano un segno indelebile: tutti infatti conoscono i Pokémon, Super Mario, Hello Kitty, Godzilla. Non c’è nulla che a paragone sia così riconoscibile e iconico tra le altre destinazioni asiatiche e non: questa è la sua unicità. E così il paese del Sol Levante ci risulta interessante perché lo conosciamo fin da piccoli, ma vogliamo di più. Sappiamo che è tanto diverso, le persone dormono per terra e ci chiediamo come fanno, mangiano il sushi che a noi piace tanto e magari vorremmo vedere quant’è più buono rispetto a quello dei nostri All you can eat, le città sono scintillanti e moderne e rappresentano un occidente che sentiamo vicino, ma allo stesso tempo ci sembra così misterioso e onirico, quasi indecifrabile tra templi, ninja, geishe e samurai. Questa dualità è un grande punto di forza per il Giappone ed è un motivo fondamentale per cui gli italiani ne sono sempre più attratti. Il fascino del lontano, diverso, ma anche familiare e per certi versi simile ha spinto con facilità i creatori di contenuti di viaggio a raccontare il Giappone e a contribuire alla crescita esponenziale della sua popolarità e alla sua conseguente richiesta a livello turistico.

Gli italiani che sognano di visitare il paese del Sol Levante, come abbiamo detto, sono molti. Ma spesso c’è qualcosa che li sconforta: il costo. Cosa vuol dire creare viaggi low-cost? 

Quando ho iniziato a viaggiare, spendere il meno possibile era l’unica possibilità che potevo permettermi ed è tutt’ora una filosofia di vita: si può andare dappertutto con poco, se si cerca nel posto giusto. Low cost non significa cheap, significa trovare le soluzioni migliori, affinare il rapporto qualità-prezzo, cercare i giusti compromessi senza necessariamente rinunciare a certe comodità. Pianificare un viaggio con una spesa limitata senza compromettere la qualità dell’esperienza di viaggio è fattibile per tutti, basta fare scelte consapevoli e intelligenti sia in sede di prenotazione che in loco.

Cosa bisogna trovare oggi secondo te per uscire fuori dai classici tour organizzati? Quali sono le esperienze che rendono i tuoi viaggi unici?

La chiave del mio approccio ai viaggi è far sentire i miei clienti meno turisti e più esploratori. Non ci sono solo cose da vedere e fotografare per i social, l’importante sono le esperienze da fare, quelle in cui ci si deve mettere alla prova in prima persona e che non riusciresti a raccontare con una semplice storia su Instagram. Parlo di quelle esperienze in cui ci si immerge in qualche modo nello stile di vita giapponese autentico, si apprendono e si mettono in pratica nuovi modi di fare. L’esperienza perfetta per mettere in pratica questo metodo è il farm stay dove famiglie di contadini giapponesi ospitano i clienti nelle loro case per un giorno e una notte, mostrando la loro vita di tutti i giorni, tra passatempi, lavoretti, cucina casalinga e tanta voglia di comunicare nonostante la barriera linguistica. È facile ottenere risultati simili anche attraverso l’esplorazione di mete meno conosciute che preservano ancora la loro autenticità, tra locali a conduzione familiare, onsen frequentati solo dai locals, punti panoramici segreti da raggiungere con una bella dose di fatica. Insomma, per avere un’esperienza vera bisogna far dialogare in maniera più profonda il cliente con il posto in cui si trova, così non vivrà il viaggio in maniera passiva, ma al contrario si divertirà a dare sfogo alle sue curiosità in prima persona.

Quale funzione hanno i social nell’organizzazione dei tour? Sono un canale per trovare clienti? O uno strumento per fare ricerca e perfezionare i tuoi tour?

I miei canali social sono un catalizzatore per gli utenti interessati ai viaggi low cost e più nello specifico al Giappone. I miei clienti mi conoscono grazie a Instagram, Twitch e YouTube. Io stessa usufruisco di decine di pagine dedicate unicamente al mondo nipponico per trovare spunti, idee, news ed eventi che potrebbero risultare interessanti per aggiornare i miei tour. Al giorno d’oggi non si può pensare di mandare avanti un’attività di tour operator senza una strategia di marketing social adeguata e senza un continuo perfezionamento delle mete e delle esperienze da vendere ai clienti.

Quale è stato il tuo percorso? Hai dei consigli da dare a chi vuole intraprendere questa carriera?

Da sempre appassionata di fotografia, mi sono laureata in Graphic Design e Art direction per la pubblicità in un’Accademia di Belle Arti. Lì ho imparato come comunicare con la fotografia e come muovermi nel mondo del marketing e del social media marketing. Ho iniziato nel 2017 a lavorare per un content creator di viaggi. Ero un’assistente fotografa, cameraman, portaborse, segretaria, manager. Insomma, facevo tutto, quindi ho imparato a fare tutto, dall’organizzazione di un viaggio a scopo di storytelling al tenere i contatti con i brand, dal predisporre un calendario ad affrontare le beghe burocratiche, come fare i conti delle spese e preparare le fatture. Nel 2020, ho deciso di continuare da sola e di intraprendere un lavoro difficile come quello del content creator. La creatività sta alla base di questa professione ed è necessario essere intraprendenti e avere del contenuto da raccontare. Sento il bisogno di trasmettere la passione che ho per il Giappone e per l’avventura in generale. A chi vuole intraprendere questa carriera dico: viaggiate per il mondo più che potete e avrete abbastanza storie da raccontare. Poi, trovate il vostro modo di comunicare. Non fatevi ingannare dai numeri sui social, non puntate a quelli. Concentratevi sul contenuto e sulla creazione di una community viva e pronta. Infine, armatevi di pazienza, preparatevi a sentire tanti “no” e ad investire tempo e risorse. Se il viaggio è la vostra passione, sono sicura che non vi arrenderete.


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